Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 26 febbraio 2006 È una lista trilingue, rispettosa della parità di generi (5 uomini e 5 donne), sotto la buona stella dell’unità che di questi tempi è quasi una notizia. I Verdi si presentano baldanzosi all’appuntamento elettorale del 9 aprile, forti dell’exploit alle Europee del 2004 che garantisce, in proiezione, un eletto e un resto piuttosto alto sulla Camera. Il che si tradurrebbe nell’elezione certa del veterano Marco Boato, capolista seguito dal consigliere altoatesino Cristina Kury. Dietro di loro correranno il ladino Christian Ferdigg, Iva Berasi, Riccardo Dello Sbarba, Donata Loss, Elda Letrari, Roberto Bombarda, Patrizia Trincanato e l’ex deputato della Svp Hubert Frasnelli. L’obiettivo è centrare due eletti (Boato e Kury). Scenario possibile se i Verdi, che si presentano con il simbolo trilingue (Verdi-grüne-vërc), riusciranno a pescare in modo massiccio anche nell’elettorato della Svp e dell’Ulivo. La seconda strada è, invece, un auspicio di Boato: «Se vinciamo può anche essere che io venga chiamato al governo, magari come sottosegretario alle riforme istituzionali. Questa legge elettorale consegnerà alla coalizione vincente maggioranze risicate in entrambi i rami del parlamento e Prodi ha già preannunciato che chi è chiamato al governo dovrà dimettersi. A quel punto subentrerebbe la Kury». Il deputato uscente (se confermato inizierà la sua sesta legislatura) ha poi assestato qualche stoccata all’autonomista Giacomo Bezzi («Ha affermato che tutti i nomi sono stati scelti a Roma: non è così perché la nostra lista è stata compilata tutta in regione senza interferenze e Pecoraro Scanio non è nemmeno capolista. Piuttosto è lui ad essere stato imposto da Roma su sollecitazione di Prodi e da Trento su pressing di Dellai») e alla Svp («Ai loro veti sui nostri candidati abbiamo risposto picche»). In trance da campagna elettorale, il transfuga della Svp Hubert Frasnelli, fondatore degli Arbeitnehmer, ha parlato a muso duro: «Mi auguro che Berlusconi e il suo sistema mafioso e fascistoide venga mandato in prescrizione. Berlusconi è un vilipendio continuo allo Stato, un corruttore di giudici». E proprio su Frasnelli il sole che ride punta per erodere qualche consenso alla Stella alpina che non a caso aveva contestato la sua candidatura. Kury e Dello Sbarba hanno invece puntato i fari sull’autoreferenzialità dell’Alto Adige, sul sistema ingessato costruito dalla Svp («Abbiamo i comuni meno autonomi d’Italia: la leadership di Dellai non è mai arrivata al centralismo instauratosi in Alto Adige» accusa Dello Sbarba») e sulle necessità di restituire un ruolo alla Regione. «Ci sono temi come la mobilità che non possono essere affrontati separatamente dalle due Province. Il tunnel del Brennero e la Valdastico interessano entrambi» chiosa la Kury. E se Berasi e Loss lanciano Boato, Bombarda ammonisce: «Mandare via Berlusconi sarà un nuovo 25 aprile».
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